Skabadip is back

 
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Fahrenheit 451 - "Cammina Cammina"  
(CD Singolo - Alma Music - Italia, 2000)


Divertente, spensierato e dal testo ingenuo ecco “Cammina Cammina" il nuovo pezzo dei veneti Fahrenheit 451.
“Cammina Cammina" è uno Ska/Reggae piacevolissimo dall’atmosfera estiva e con bridge reggae che, su questo singolo, trovo in 3 versioni diverse: l’original, di 4 min. e 46 sec.; la “radio edit", con sfumatura sul solo di trombone con un minuto in meno di durata, e la version di Dr. Duse (Dr. Duse remix) in cui quest’ultimo, veterano del reggae lagunare coi Pitura Freska, svela per quale motivo è unanimemente considerato un maestro del Dub.
Chiude l’ascolto di questo apprezzabile singolo la canzone “Veleno" un bello Ska con accompagnamento di fiati che suggerisce come risolvere i problemi sentimentali e che suggerisco di aggiungere alla propria collezione di dischi!
Si spera che i Fahrenheit 451 spostino ora l’interesse del pubblico dal loro prossimo, bellissimo, video - anch’esso, come quello di “Uccidiamo il Chiaro di Luna", realizzato da un premiatissimo Andrea Princivalli – alla musica che l’accompagna! Viva lo Ska lagunare.

Sergio Rallo




 
 
 

Fahrenheit 451 - "Uccidiamo Il Chiaro Di Luna"  
(Mini CD - Cam Scarl - Italia, 1998)


La storia discografica dei veneziani Fahrenheit 451 inizia nel 1996 con un 45 giri di colore blu realizzato ad opera di Poldo dell'etichetta indipendente Nutty Life Records di Milano. Rispetto a quella prima sperienza, il minicd che esce oggi oltre alla title-track "Uccidiamo il chiaro di luna", e "Ballando nella giungla", è presente anche "Figli del deserto". Il primo brano riprende la celebre espressione di Filippo Tommaso Marinetti, l'inventore del Futurismo che già all'inizio del secolo si scagliava contro una cultura passatista e logora. Quel motto rendeva bene l'idea di un movimento di pochi arrabbiati che si proiettava nel futuro come avanguardia artistica.
Il messaggio dei Fahrenheit è più immediato: Venezia è prigioniera del cliché di città-museo, sepolta nella sua storia e splendore d'un tempo andato.
Liberarsene vuol dire guardare al futuro per fare a meno degli americani che la acquistano campiello per campiello. Al passo coi tempi queste tre tracce digitali uniscono il suono all'immagine cd-Rom con la possibilità di assistere al videoclip trasmesso su Tmc2, nonché consultare testi, biografie etc. sulla band.

Tomaskarini




 
 
 

Famiglia Rossi - "Fiato alle Trombe"  
(CD - Dischilampo - Italia, 1998)


Se si volesse cercare un difetto in Fiato alle Trombe, così, tanto per fare i pignoli, si troverebbe solo la brevità dato che dura solo 22’ e 25".
Però c’è da dire che se lo scopo della F.R. – gruppo decisamente sconosciuto nella scena Ska – era quello di attenersi alla qualità piuttosto che alla quantità, beh, tale scopo può dirsi raggiunto. Infatti il motivo per cui la brevità diventa un difetto è che questa Famiglia Rossi è veramente in gamba e, lasciandoti nel silenzio dopo solo sei bellissimi brani, ci rimani male perché ne vorresti ancora.
Più nel particolare c’è da osservare innanzi tutto che questo gruppo di Bergamo (già apparso in TV e con alle spalle un altro CD dal titolo "Il Gioco è Bello Quando è Bello"), si muove con una propria, definita personalità tra ritmi Caraibici, Rockabilly e Swing. E lo fa con facilità ed ottimo gusto. Veramente divertenti, ironici e – è il caso di dirlo – skanzonati.
La F.R. dimostra di saper suonare ottima musica, articolata, ritmicamente varia e, grazie ad arrangiamenti molto curati in grado di dipingere atmosfere diverse; poi il CD è registrato in presa diretta, cosa che, come è dato da apprezzare anche ad un superficiale ascolto, permette di cogliere il notevole "tiro" di questi musicisti tra i quali c’è una sezione fiati brillantemente arrangiata e che pare non temere gli alti registri.
Tutto ciò non basta ancora, per una completa recensione, perché anche chi si è occupato dei suoni, in fase di registrazione e mixaggio, ha fatto un ottimo lavoro per un CD che anche esteriormente è molto gradevole con il suo coloratissimo booklet e con i testi delle canzoni che, si sa, fan sempre piacere.
Da "Il Barista" a "Skamorza" (ma a me non stavano sulle balle certi Ska in italiano e giochi di parole con dentro Ska ?!) passando per "L’Unico Colore" a "Mario Libero", soffermandoci sull’ottima Ska-cover della canzone che avrei "coverato" volentieri anch’io e cioè "La Canzone Intelligente" (reminiscenze di un’infanzia con la TV in bianco e nero) per ripartire, e finire, dopo uno "spliff" con "Libera è la Notte", questo CD fa danzare, cantare e sorridere e mette una voglia matta di vedere dal vivo la famiglia…questa è musica, questo è divertimento.

Sergio Rallo




 
 
 

Famiglia Rossi - "Lillipuziani"  
(CD - Bloom Agency - Italia, 2001)


Il nuovo disco della Famiglia si dipana tra folk e country (Le Nozze), ballate dal sapore western (Il Pazzo), blues leggeri (Blues della Lontananza), rocksteady rock blues (Abbaglio), R&B tesi (La Ballata Dell’Amore Cieco), rock (La Bimba), ska (La Canzone Intelligente), ballate popolari dal sapore ora medievale ora latino (Una Guerra Tra Cosche), punk (Come Mi Spendo), reggae (Solamente Sole) e, ancora, hard rock (L’Attore), rockabilly (Comodino), di nuovo ska (Skamorza) e di nuovo western (la Ballata del Motociclante).
Lillipuziani (con una gran bella grafica di GoshArtworks) è un bel disco, anche se, dopo il suo ascolto, devo fare la stessa considerazione fatta per l’ultimo disco dei Liberator: visto che sui 14 brani contenuti in Lillipuziani (tutti cantati) solo 2 sono Ska e solo 2 altri sono riconducibili al Rocksteady/Reggae (bella “Abbaglio"), si propone il problema dell’opportunità della presente recensione in SkabadiP. Soprattutto se i 2 brani Ska fan parte della passata discografia della band e sono il loro riarrangiamento un po’ “appesantito".
Ad onor del vero devo anche dire, però, che La Famiglia Rossi non si è mai presentata e non è mai stata e non ha mai voluto essere considerata un “gruppo Ska", essendo, invero, un gruppo poliedrico che tra i ritmi preferiti usa anche lo Ska e Reggae.
L’esecuzione, la miscellanea di influenze, molta cura nei testi, l’immutato “tiro" del gruppo, la bella voce del cantante, fanno di Lillipuziani un disco attraente e ha, come al solito per La Famiglia Rossi, anche un bel suono.
Quello che ho gradito di meno, in generale, è la preponderante influenza country/folk, generi che non mi hanno mai entusiasmato eccessivamente.

Sergio Rallo




 
 
 

Los Fastidios - "Contiamo su di Voi"
(CD - Kob Records - Italia, 1999)


Questo disco esula un po’ dalla linea di SkabadiP, ma penso che Alessandro mi passi questo attimo di nostalgia, già proprio quel sentimento che ti prende quando ascoltando un disco, guardando un film o delle fotografie indietreggi nel tempo sino ad arrivare ai tempi che queste azioni evocano.
Quei tempi in cui dopo la sotterranea invasione Punk-Oi britannica iniziavano ad uscire allo scoperto le prime band italiane, Nabat, Dioxina, Klasse Kriminale, Klaxon e molti altri che purtroppo la mia veneranda età non riesce a focalizzare.
Ebbene si a quei tempi non avevo ancora vent’anni e i gruppi sopra menzionati erano la colonna sonora della mia giornata insieme al Two-Tone prima ed al Traditional poi, tempi di feste e birra (non che ora non abbondi con questa bevanda), tempi in cui l’avere la testa rasata ti bollava come fascista e non come naziskins, tempi in cui eri guardato male solo perché al posto del piumino e delle timberland, simbolo della gioventù che allora contava, portavi bomber e Doc Martens su jeans e bretelle.
Ma vediamo di scrivere qualcosa di più su questo disco che ha provocato codesto sconvolgimento emozionale: la prima canzone che dà anche il titolo al cd, "Contiamo Su Di Voi", è una bella Punk-Oi song tirata con il testo che chiama a raccolta le "nuove generazioni di ribelli" per l’utopica rivolta di cui già ai miei tempi si parlava, la seconda canzone è un inno contro il razzismo ed è intitolata "S-H-A-R-P" sigla del movimento Skinhead Against Racial Prejudices musicalmente abbastanza simile alla precedente ma con un uso maggiore dei cori, "Cani Sciolti" si avvicina maggiormente al Punk e lancia un messaggio che mi è sempre piaciuto NO POLITICA.
"Vecchio Skinhead" è un ritmo Ska lento ritmato dalla chitarra, vista l’età non posso fare commenti sul testo, il testo di "Scooter Bastards" mi lascia un po’ dubbioso, non riesco a capire se sia a favore degli Scooter Boys e contro i Mods o viceversa oppure ancora contro tutti o contro nessuno o a favore degli uni e degli altri, Boh!! In "Con Voi" mi sembra di sentire l’eco di una vecchia canzone Oi di cui non ricordo il nome e neanche chi la suonava, comunque dovrebbe essere il resoconto della serata che ha dato inizio alla band, l’utopia prende di nuovo il sopravvento sulle note di uno Ska più veloce del precedente in "Sogno Giamaica", i centri sociali, odierno terrore della borghesia, sono al centro dell’attenzione in "Spazi di Libertà", "Rudy Rude Boy" è indovinate cosa……….bravi è uno Ska che parla di vita grama e di battaglie passate.
Per la decima ed ultima canzone del disco i Los Fastidios pagano un degno tributo ai padri fondatori dell’Oi italico con "Tempi Nuovi", canzone apparsa sull’ultimo lavoro dei Nabat prima della reunion che mi sembra si intitolasse "Un altro giorno di gloria", degno finale nostalgico per un disco che come dicevo prima mi ha fatto fare un salto all’indietro nel tempo.

Massimo Boraso




 
 
 

Mr. Fly Ska Band - "Musical Store Room"  
(CD - autoprodotto - Spagna, 2002)


Bel debutto estremamente ispirato quello dei Mr. Fly e la sua Ska Band, ispirato, ovviamente, allo Ska tradizionale in tutti i suoi migliori risvolti.
Bello il suono, la registrazione, gli Ska ed i Rocksteady nei quali ultimi sembra di percepire l’influenza degli inglesi Intensified il cui cantante Paul Carter, non a caso, presta la voce in alcuni brani ed ha collaborato attivamente alla registrazione di questo gradevolissimo “Musical Store Room".
Melodie fresche e accattivanti come in “Good Time" e “Mama Says" sia che si tratti di cantati “Jewish Girl" come di strumentali piacevolmente latineggianti tipo “The Sleeping Cat" caratterizzano il bel lavoro di Mr. Fly & Co. Ascoltando lo strumentale da ultimo citato si può inoltre apprezzare il talento del flautista Albert Font (ospite di altra affermata e colta band spagnola, gli Amusic Skazz Band) che arriva a citare “Pierino e il Lupo" di Prokofiev.
Ottima la sezione fiati nella quale brilla un trombonista fan di Don Drummond ed ottimo l’uso della tastiera che risalta nel reggae “The Night".
“Musical Store Room" è un bel disco di Ska tradizionale che si fa ascoltare con piacere e ballare con analoga impressione, un CD da non perdere per chi ama il “classico" (i fan di Intensified, T. Bone, Blue Beaters, Aitken e Ring Ding sono avvertiti!).

Sergio Rallo




 
 
 

Franziska - "Hot Shot"  
(CD - V2/Sony - Italia, 2003)


Sta veramente diventando sempre più piacevole occuparmi delle recensioni dei gruppi nostrani e, di pari passo, sta diventando sempre più difficile, invece, scrivere una recensione positiva senza ripetersi.
Ultimamente, infatti, come avrà appurato chi legge ogni tanto le Riddim Reviews, tra Mr Tbone & His JLO, Rebeldes, Cookoomackastick, Matrioska, Monocromo, Cheech Skaos, Kebana, Shots in the Dark e tanti altri ancora, la scena ska italiana si sta rivelando sempre di più, ogni giorno che passa, tanto valida e variegata quanto matura ed internazionale.
Analogamente posso giudicare il percorso musicale intrapreso dai Franziska ormai sette anni fa e che porta, oggi, al loro nuovissimo album “Hot Shot".
Con Hot Shot, infatti, i Franziska mi conquistano definitivamente: prodotto autonomamente è, a maggior ragione, un disco di cui Paolo Bertucci (Voce), Francesco “Ciccio" Bolognesi (percussioni) ed Alessandro Licastro (tastiere), nucleo storico della band, possono veramente andare fieri.
Il suono generale, rispetto al precedente lavoro “Special Blend", è più caldo, avvolgente alla maniera degli Hepcat, con un feeling profondamente tradizionale in ogni pezzo.
Con tutte e 12 le tracce presenti in Hot Shot- di cui due sono “version" risultato del trattamento operato da Madaski che si è occupato di mixaggio e “dubbaggio" dell’intero album – i Franziska non fanno venire affatto nostalgia dei musicisti precedentemente passati nella formazione: la nuova ritmica, infatti, costituita da Marcello Marson al basso, Nico Roccamo alla batteria e Pietro Comite alla chitarra è potente e perfettamente amalgamata, mentre la sezione fiati costituita dagli ammirevoli Marco Zaghi al tenore e Riccardo Gibertini alla tromba, già dei Reggae National Ticket, è perfettamente dosata per tutto lo scorrimento del CD.
Potenti Ska dall’impianto tradizionale e dall’influenza soul, come “Gioco Truccato", o dall’atmosfera estremamente swing come “Sly Japanese" o, ancora, lievi come “Ed Ho Bisogno Anche di Te" (l’unica, insieme alla gradevolissima “Come Devo Vivere", cantata tutta in italiano) lasciano spazio anche per eleganti e coinvolgenti strumentali di ampio respiro jazz che ricordano il lavoro di gruppi come gli Articles al cui livello pongo senza indugio gli strumentali “Dressing Room" e “Nice Up".
Gli ingredienti, degli strumentali come dei cantati sono melodie accattivanti, assoli brevi ed incisivi, cura nella ricerca dei ritmi, una miglioratissima capacità compositiva.
Altre tracce che mi sono piaciute al primo ascolto sono poi un altro ska, morbido, intitolato “Ready To Go" ed il reggae roots “Lord is My Rock" in cui Paolo il cantante si rivela, una volta di più, estremamente convincente; bello, infine, il trattamento dub che a quest’ultima canzone riserva Madaski nella traccia successiva come dell’unico rocksteady “Can’t You See", reintitolato “Can’t You Dub" che è un’altra delle migliori tracce presenti in “Hot Shot" ovvero un disco fatto con passione sincera da veri amanti della musica Ska per seri ed appassionati amanti dell’unico, vero, grande Riddim! Shake it up!

Sergio Rallo




 
 
 

Franziska - "Promo"  
(Promo CD - autoprodotto - Italia, 2000)


Questo promo dei Franziska, che si apre con la gradevole "The Lover" (verrebbe da dire, se fosse possibile, tratta dall’omonimo 7 pollici), colpisce perché le tracce successive sono state registrate "live" al Patchanka dandomi così la possibilità di giudicare il notevole salto di qualità della formazione milanese compiuto nell’ultimo anno.
Su di una base esclusivamente Ska tradizionale, "Rainbow in Your Smile", la versione ska di "Three Little Birds" di Marley (che per la formazione sta diventando il pezzo-simbolo dato lo skatenarsi di danze durante i loro concerti) e "Baby Murderess" cantata un poco in italiano ed un poco in inglese, mi convincono dell’energia che sono ora in grado di sprigionare Paolo e compagni.
Molto retrò, nel senso che richiama certo Ska di fine anni ’80, l’ultima agitatissima traccia dal titolo "Fashion To Be Rude".
Se è in vendita, compratevelo, se non lo è, "accontentatevi" del 45 giri "The Lover" rintracciabile, almeno a Milano, nei luoghi "Ska" per eccellenza.
Per chi va a caccia di rari promo od urla: Hasta el vinile siempre!

Sergio Rallo




 
 
 

Franziska - "Special Blend"  
(CD - Rude Records - Italia, 2001)


Si intitola Special Blend il primo, atteso album dei Franziska che è un lavoro serio, ben registrato e ben suonato, con un sound che definirei luminoso.
Le 12 tracce che costituiscono il corpus di S.B. spaziano con agilità dallo Ska tradizionale di “Give Me Your Love" allo Ska two tone di “Fashion To Be Rude"; c’è anche del Reggae che richiama gli anni ’80 come “Battito Forte"; c’è, ancora, una riuscitissima versione Ska trad. di “3 Little Birds" brano immancabile nelle skalette dal vivo della formazione milanese che, nella sua versione in studio, fa ulteriormente apprezzare il buon affiatamento raggiunto dal gruppo.
Apprezzabile l’arrangiamento del Rocksteady dal titolo “Never Loose" anche se non è la traccia che preferisco come non lo è “Insoddisfatta" un po’ Pop e banalotta nella melodia che sa di già sentito; a queste ultime due preferisco, invece, la riuscitissima (in ritmi e godibile arrangiamento) estivissima “Rainbow in Your Smile" e la notturna e cupa “Baby" dagli inaspettati risvolti Dub che, senza interruzioni, passa al Reggae stile anni ’70 dal titolo “Volo Via", canzone caratterizzata da ottima tastiera e ottimo lavoro alle percussioni di Ciccio oltre che dalla migliore interpretazione vocale del cantante Paolo.
Altro momento di vera goduria nell’ascolto di Special Blend è, poi, lo strumentale complesso e jazzoso dal titolo “Zanzibar" dell’inossidabile sassofonista tenore Valentino Finoli.
Unico neo di un disco piacevole e valido sono i testi che lasciano un attimo perplessi, sia in inglese che in italiano. Valido.

Sergio Rallo




 
 
 

Freetown - "Painless"  
(CD - Beatville Records - Olanda, 1999)


I 3 Freetown, Steve Harris (cantante e chitarra ritmica), Tony Gethin (chitarra solista, basso e tastiere) e Jah Bunny (batteria, percussioni, cori, synth.drum), sono di Londra e di loro avevo sentito parlare in occasione di un tour in cui accompagnavano Aitken in parecchie date qua e là per l’Europa.
Un anno dopo, circa, li ritrovo – ed ascolto per la prima volta - in ben 2 tracce sulla già mitica compilation "Ska Island" (Island UK ’97) mentre accompagnano Laurel Aitken e Rico Rodriguez in "Rudy Girl" e "Take Five".
Ora li ri-ascolto su questo loro primo "Long Playing", molto curato, dal titolo "Painless" per l’ottima etichetta Beatville che, sia detto, è una di quelle etichette che tratta la musica Ska molto seriamente.
I Freetown propongono dell’ottima musica, dall’atmosfera complessivamente "Two Tone" ma con una batteria molto più classica e con linee di basso a metà tra lo Ska più tradizionale ed il Reggae ‘69.
Molto ballabile - gettonatissima allo SkabadiP Radio Show - è la prima traccia (caratterizzata da una chitarra che sta in bilico tra il country e le Hawaii ed un sax con riff mutuato da "007" di Dekker) "She’s Natural", testo da interpretare con attenzione, è gioiosa e simpatica soprattutto se "You got no pipe, she roll you a cone".
"Star", traccia #2, mi piace sia per il testo spensierato che per i ritmi e riff di chitarra i quali, per citarne il testo: ti fanno sentire "solid in the skaworld; il primo brano non originale che incontro è uno Ska/R&B veramente vecchio stile, dal titolo "Tick Tock" con tanto di solo di sax appunto "in stile" e breve riff di tromba con sordina che contribuisce all’atmosfera parecchio "ska-roots"; la seconda cover è la traccia successiva: "Come Down" di Lord Tanamo sulla quale, differendo poco dall’originale, non mi soffermo preferendole il successivo pezzo dal ritmo reggae dal titolo "Seize", una canzone in una vena "primi anni Ottanta" che mi ricorda certi gruppi di cui non ho sentito più nulla come gli americani Shot Black & White; dal reggae di "Seize" ad uno ska lento dedicato alle affascinanti skin-girls dal titolo "Skinhead Girl" il passo è breve; da quest’ultima all’unico strumentale di "Painless" ovvero "Skaffic Jam" il passo è breve altrettanto ma "Skaffic Jam" ha pure il pregio, come la successiva, bella, "Come Away", di avere come ospite Rico Rodriguez che si produce in uno strumentale in stile "Skatalites cattivi" da non perdere come da non perdere sono i "peps" e "l’early toasting" fatti da Jah Bunny dall’inizio alla fine.
Tra le mie favorite, l’ultima traccia "Long way >From Home" che è uno ska con testo esistenziale, il reggae anche lui "anni Ottanta" "To Be Mine" e l’eccellente "Don’t Go".
Alzo, quindi, il mio calice ai Freetown augurandogli, dato questo debutto, di non essere una meteora nel panorama della nostra musica.
Per tutte le skingirls e quelli che si sentono "solid in the skaworld".

Sergio Rallo





 
 



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