Skabadip is back

 

27 Giugno 1998

Les Macraux e Rebel Dës ("Summer Goes Ska 98 vol.2" al Titty Twister, Cigliano)


L'evento inizia a partire dal pomeriggio. Il primo a muoversi è Alessandro, alias Mr. Skabadip, che da Sondrio si prende il suo bravo treno fino a Chivasso (TO), dove lo sto aspettando. Sul diretto dovrebbe esserci anche Papi Diag, un ragazzo senegalese con il banchetto di Rasta Snob, il Reggae magazine di Venezia.


Si parte, già degli amici modernisti ci seguono mentre inforchiamo l'autostrada. Al Titty Twister i Les Macraux di Biella e i Rebel Dës di Como sono già al lavoro, impegnati nel fronteggiare un apparentemente indomabile mixer.

Lo staff del locale, Giandino in testa, coordina le operazioni in un disco-pub arredato a base di legno e con uno splendido giardino. Purtroppo è assente Sergio Rallo, mente storico-documentaria di SkabadiP, impossibilitato per cause di forza maggiore.
Giunti nel regno del mare a quadretti, cioè delle risaie (e delle zanzare), ad attenderci troviamo anche l'amico Massimo Boraso di Vida (un music magazine realizzato a Biella), rivista con cui ci siamo scambiati dei pezzi a vicenda.
Entriamo allora in pizzeria, dove ci si abboffa a più non posso sgolando anche una buona quantità di liquidi di varie tinte (il più gettonato brilla per i suoi riflessi giallo paglierino).
Finalmente, Summer Goes Ska 98 volume 2 inizia: sarà una festa veramente Ska dall'inizio alla fine, e in più con due gruppi, ma senza storie di tessera, ingressi da pagare o antipatiche consumazioni obbligatorie (tanto, visto il caldo, chi è che non beve?).

Il tutto è infatti molto free e rilassato. Gosh (nome d'arte di Lele, il gra[n]fico di SkabadiP) inizia a mischiare dischi e CD, Skinhead reggae e Rocksteady, Intensified e Hepcat, Skatalites e Toasters. Papi allestisce il banchetto mentre Alessandro introduce i primi ospiti nella rete delle reti, illustrando il tessuto organico e pulsante del nostro sito, e risvegliando anche un certo interesse. Intanto Paolo Fasolo, Marcello Succo e Andrea Marazia di Chivasso si affaccendano intorno ad un tavolo mettendo in bella mostra volantini e tagliandi da compilare.
Infatti, è prevista una lotteria: chi suona in una band ed estrae il biglietto fortunato potrà vincere una giornata gratuita di registrazione presso il loro studio Pulsar. Con tutto questo fermento di attività, anche io faccio la mia "parte" stando mollemente seduto al bar a salutare tutti gli amici che stanno sopraggiungendo da ogni dove: Paolo Zanini, che gestisce lo scooter club "Pistoni cromati" di Pont Saint Martin (AO), e tanti altri amanti dello Ska.

In un battibaleno è mezzanotte, e il clima festoso e vociante incontra una battuta di arresto: le luci e la musica si attenuano, la sala si fa silenziosa e attende di vedere cosa succederà. Al microfono annuncio Les Macraux, e intanto parte la registrazione del concerto, di cui trovate qui alcuni brani in formato realaudio.
Les Macraux sono in sette ed eseguono dodici brani, con una scelta che va dal Traditional ska fino allacosiddetta "3rd wave", lo Ska degli anni '90. Il terzo pezzo, "Ubangi stomp" dei Busters scatena un delirio skankeggiante, che culminerà sulle note di "Night boat to Cairo" dei Madness, realizzato con un "tiro" così efficace da procurarmi dei diffusi e piacevoli formicolii lungo la parte esterna delle braccia e del collo.

Tra la folla ansimante scorgiamo dalla consolle una vecchia conoscenza: il Fiura! Il cantante degli Skala di Fiura di Varese - band che si è esibita nel Summer Goes Ska volume 1 al Binario Zero di Milano qualche settimana prima - è accompagnato nelle danze da alcuni degni rappresentanti del rude boy style, e lo vediamo scatenarsi a più non posso esibendo la sua prepotente vigoria fisica: che uomo!
Il tastierista Cocò, detto anche "Candro" (che in pugliese indica un oggetto simile al pappagallo, orinatoio da ospedale), non riesce a contenere la sua faccia facciosa, che si riversa su Lord Melis, il sassofonista più sassofonista che ci sia.

Quest'ultimo, sostenuto dalla simpatia dell'amico, si lancia in alcuni assoli memorabili perché emotivamente partecipati. Luca, che fuma i sigari più puzzolenti che si siano mai sentiti, saltella in levare schitarrando dietro Lara che, vestita di bianco, canta "Have a good time" di Doreen Shaffer. La stessa Lara già in "Behind your door" dei Busters, e continuando con "Besame mucho" degli Usuals duetta soavemente con l'altro cantante, "IL" superabbronzato maestro di sci. Il batterista Paolo, che il giorno dopo, molto presto, sosterrà una gara di triathlon (figuratevi in che condizioni!) tiene il tempo magnificamente con addosso un pantalone quadrettato molto pic-nic appartenente alla sua collezione privata da ragazzo rude estate-inverno 1977.

E con il brano degli Usuals, dalla Florida, Les Macraux si congedano e passano il testimone ai Rebel Dës, che hanno tre chitarre (e si sente), due fiati e un look gangsteristico che apprezziamo in pieno. Dopo un intervallo di musica che consente ai ragazzi di curare gli ultimi dettagli, e preceduti da una brevissima presentazione, i nostri iniziano: un intro accattivante e le danze hanno di nuovo inizio. I pelati, non paghi di un'ora di sound system e quasi un'ora di concerto dei biellesi, raccolgono nuovamente le forze per ballare senza ritegno. Ecco susseguirsi "I Hate You", "Perverso Love", fino a "Corri", che fa autenticamente sobbalzare il pubblico, brano tra l'altro inserito nella compilation di autentico Ska italiano che tra poco uscirà a cura della Lilium, con la supervisione dei fratelli Carruozzo dei Persiana Jones.

I comaschi possiedono un ottimo suono (i nuovi orientamenti e prospettive di lavoro tendono sempre di più verso 'approfondimento tecnico del traditional style) e feeling tra gli strumenti, e dopo il concerto loro stessi si diranno soddisfatti del risultato (ottima l'acustica del Titty Twister), che peraltro ha confermato degnamente il lavoro di "Margini". Fondamentale anche la presenza scenica, non una virgola fuori posto. Concludono la loro esibizione ufficialmente con "Pelota", ma in realtà non si fermano e concludono dopo qualche cover, lanciati in una performance che ci ha lasciato veramente una buona impressione, confermata anche dai ragazzi dello studio Pulsar, che di suoni e strumenti se ne intendono.

Mentre il palco comincia a svuotarsi perché i ragazzi posano gli strumenti, la musica non cessa: comincia il vero e proprio sound system a cura dei DJ Gosh (Lele) e Tomaskarini, e si riparte nonostante siano passate da tempo le due.

Il Fiura è paonazzo, ma soddisfatto, e lo si vede girare con una bottiglia di vino presa chissà dove, mentre alcuni si stringono intorno ai banchetti di Rasta Snob e di Pulsar e all'unico computer presente in sala, magistralmente giostrato da Alessandro.

Alle quattro gli ultimi superstiti si scambiano occhiate etiliche, che già sulla distanza comprometterebbero la vista di un astemio. Ormai la festa è finita, è ora di andare a casa, e il sonno comincia a farsi sentire. Ci si conta, si fanno i commenti, si tirano le somme. Bilancio: festa riuscita, per il pubblico caloroso, per la collaborazione delle riviste Rasta Snob e Vida e dello studio Pulsar, di tutto lo staff del Titty Twister e, naturalmente di SkabadiP (peccato per Sergio)!
Ci si rivede quindi dopo le vacanze per il prossimo appuntamento con l'unico sito italiano di Ska e...
God save SkabadiP!


a cura di Tomaskarini e Lele

 



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