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Gadjits


Sono le 21 e il telefono ancora tace. Penso che magari il furgone ha avuto un guasto, o che a Los Angeles (dove terranno il concerto in serata) li ha trattenuti l'intervista radiofonica. Nonostante tutto attendo fiducioso la chiamata d'oltreoceano, che non tarda di molto.
Originari di Kansas City negli USA, The Gadjits è un gruppo che potremmo definire a gestione familiare, nel senso che i fratelli Brandon, Adam e Zach Philips sono rispettivamente voce e chitarra, batteria, basso, mentre Heidi Blowbaum (aggiuntasi in un secondo momento, è tra l'altro la ragazza di Brandon) si diletta con le tastiere. Tra tutti non hanno alle spalle molti anni di vita, ma gran parte di essi sono trascorsi alle prese con strumenti musicali che avevano in casa fin da piccoli, visto che papà Philips era un musicista jazz. Per la Hellcat, i Gadjits sono usciti quest'anno con "At ease", che li ha fatti ulteriormente conoscere dopo aver aperto i concerti di The Skatalites, Rancid, Let's go Bowling etc.
Un po' timidi e impacciati, sembra che talvolta siano confusi, incapaci di gestire il successo che li travolge, rivelando un'innocenza che per fortuna non è stata spezzata dal loro stile di vita, così diversa da quella dei coetanei. È Brandon, con Heidi, a rispondere alle nostre domande.

 
 

Quali sono state le prime esperienze musicali dei fratelli Philips?

Nei primi anni '90 (intorno ai dieci anni d'età!) con i miei fratelli abbiamo messo su una band da cantina, eseguendo cover degli AC/DC e Dead Kennedys. Solo successivamente ci siamo avvicinati al suono giamaicano, per via del nostro interesse nei confronti della musica nera. Ogni tanto però pensiamo che avremmo bisogno di qualche fiato.

Cosa volete comunicare con la musica, qual è il vostro messaggio di fondo?

Innanzitutto vogliamo far ballare. Molti testi parlano di noi, delle nostre esperienze quotidiane, e molte canzoni sono addirittura femministe. Noi vorremmo essere in grado di raccontare una bella storia, far sorridere, comunicare con chi ci ascolta. E per questa ragione ciò che più amiamo è l'atmosfera live, il clima di partecipazione che si crea durante il nostro show, perché è lì che si riesce veramente a interagire con chi sta di fronte, mentre il disco è più distaccato.


So che andate ancora a scuola. Come riuscite a sposare musica e studio?

Noi cerchiamo di non perderci, il che è difficile, perché alla nostra età può succedere di percorrere strade sbagliate che ti possono portare ad imboccare tunnel da cui non riesci più ad uscire. Poi talvolta dobbiamo confrontarci con l'invidia dei nostri compagni, i quali però la maggior parte delle volte sono solidali con noi e ci appoggiano accorrendo numerosi ai nostri concerti e facendoci il tifo. La musica è per ora un hobby, ma noi speriamo di continuare trasformando questa nostra passione in lavoro, in un futuro non troppo remoto.

E ora la domanda di rito: quali sono i gruppi che vi hanno maggiormente influenzato?

Beh, sicuramente The Specials, ma anche lo Ska originale e la "mad music" (?). Il nostro obiettivo è realizzare una proposta ampia, allargare il nostro messaggio il più possibile, e aprirci alle più svariate influenze, perché non ci vogliamo ghettizzare. Questo è anche la ragione perché lo Ska dopo quarant'anni è ancora così apprezzato e suonato.



 

Sito Internet: www.thegadjits.com

1997

a cura di Tomaskarini





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