Skabadip is back

 

Judge Dread

(Il Giudice)


Un brindisi al Giudice ragazzi!

Il Giudice Spavento, che suona meglio in inglese come Judge Dread, non c’è più.
E qui a SkabadiP, con un’usuale frase di circostanza, diciamo che ce ne dispiace infinitamente.
Judge Dread, vero nome Alex Hughes, era uno di quei personaggi a cui ci si affeziona facilmente. Un po’ come accade per quella simpatia quasi familiare che si prova pensando a Stanlio e Ollio o a Totò, tanto per intenderci.

Alex Hughes nasce nel 1945 nel Kent, in Inghilterra. Trasferitosi da giovane a Londra, trova subito lavoro come buttafuori nei club della città. Lavoro senza dubbio adatto a lui, data la sua prestanza fisica - faceva pure incontri di Catch con un nome tipo "lo sterminatore mascherato" – e dato che gli piaceva particolarmente la musica.
Grazie al suo lavoro come buttafuori e come guardia del corpo, il futuro e autoincoronatosi giudice conosce i Rolling Stones, Geno Washington il mito dei Mods, Zoot Money e The Big Roll Band, ma soprattutto accoglie all’aeroporto e fa da accompagnatore nel primo tour inglese delle loro carriere personaggi come Desmond Dekker e Prince Buster, senza contare il fatto che cantanti già stabilitisi in Inghilterra come Derrik Morgan, Jackie Edwards, Laurel Aitken, Rico Rodriguez rientravano tutti tra le sue amicizie.
Lui, d’altronde, a Londra viveva a Brixton, un quartiere che per sua stessa ammissione era paragonabile ad Harlem.
Quindi anche al luogo dove abitava è da imputare la vicinanza intellettuale e musicale al Reggae, vicinanza che avrebbe poi espresso con il suo primo disco, nel 1972, con la famosissima "Big 6".
Come ampiamente descritto nella storia dello Ska, gli immigrati giamaicani nella fredda Inghilterra, oltre al Rum e alla ganja si erano portati la loro cultura musicale, risultata decisamente affascinante al giovanissimo Alex Hughes, che al tempo era dirimpettaio dei Rudies di Sonny Binns.
Nei primi anni ’70 il giudice lavora come esattore di crediti per la Trojans Records, etichetta leader della musica Blue Beat.

Tornando un poco indietro nelgli anni, verso il 1969 Prince Buster otteneva un grande successo nei club Inglesi e Giamaicani, con la sua volgarissima e censuratissima versione della famosa canzone "Rainy Night In Georgia" di Brooks Benton. Il testo diceva pressappoco "alla mattina mi fumo un’oncia di maria e la sera cerco il buco giusto per mettere i semi"...vedete un po’ voi. Il titolo era "Big 5".

Nel ’72 Judge Dread – nome ispirato al personaggio dell’omonimo talking Rocksteady sempre di Buster in cui il giudice si fregia del suo soprannome "Judge 400 Years" ed infligge pene a 400 anni ai poveri Rude Boys – usando come base uno strumentale di Ernest Ranglin e con l’aiuto del suo amico e collaboratore Fred Lemon canta "Little Boy Blue".
Il resto è Storia.
Dal dirigente della Trojan che chiede a Hughes se il pezzo che stavano ascoltando è di un loro autore, alla decisione di renderla una sequel proprio alla famigerata "Big 5" di Prince Buster, facendo uscire "Little Boy Blue" con il titolo "Big 6".

Il successo va oltre le più rosee previsioni. Quel 45 giri venderà più di 300.000 copie senza essere nemmeno una volta trasmesso alla radio per evidenti questioni di censura, e come la precedente "Big 5", diventa uno dei pezzi più suonati nei club Reggae di Londra.
Non solo questo, "Big 6", può entrare nel Guinness dei primati come il primo brano Reggae suonato e interpretato da un bianco, nonché il primo pezzo con queste caratteristiche ad entrare in classifica anche in Giamaica.

Dal 1972 in poi il giudice si butta a piene mani nella sua carriera musicale. "Big 6" viene seguita da "Big 7", "Big 8", "Big 9", "Big 10", tornando indietro fino a "Big 1" per approdare a una definitiva "Big Everything".
Il tutto con un’ironia e con una comicità sesso-centrica che porta nell’immediatezza a pensare alle comiche di Benny Hill. Divertentissimi i suoi testi, anche per l’autoironia e quelle che vogliamo immaginare essere situazioni realmente verificatesi ad Alex Hughes. Che avesse un "uccello" enorme lo canta lui stesso in pezzi immancabili da ascoltare come "Dread Rock".
Noi non l’abbiamo mai visto.
Le tematiche inerenti il membro maschile o gli attributi fisici delle donne, tutti, sono, per chi non l’avesse ancora capito, i temi trattati nelle sue canzoni.

Ma non è finita ancora…di questo personaggio ci sono ulteriori primati da citare, come per esempio il fatto che fosse proprietario del primo Sound System gestito da un bianco, il cui nome era "Judge Dread Sound Machine" nel 1968.
Altro primato, di cui è necessario rendere nota è che Judge Dread abbia inciso un disco ("Molly" di Clancy Eccles) che è entrato nel libro dei Guinness per essere il primo i cui proventi erano destinati in beneficenza; i beneficiati nel caso erano gli affamati popoli etiopi.
Per questo, lo stupefacente giudice viene insignito del titolo di "Etiope Onorario" e invitato a suonare al primo concerto di beneficenza in Etiopia al fianco di Bob Marley & The Wailers.
Era l’unico bianco a quel concerto, ed era il 1973.

Tra alti e bassi di vendite Judge Dread riesce a piazzare nelle classifiche inglesi, al solito senza passaggi in radio, una buona decina di pezzi; facendo da ponte tra la cultura musicale giamaicana e quella inglese creando quel suo stile particolare noto come "Cockney Reggae".
Judge Dread è anche personaggio essenziale nella storia dello Ska recente, essendo un vero e proprio precursore degli Specials, dei Madness e di tutta la seconda ondata dello Ska avvenuta tra il ’79 e l’83 universalmente conosciuta come Two-Tone.
Le sue "Honky Cokky", "Big Punk" sono brani prettamente Ska, anticipatori della moda appunto del periodo Two-Tone, essendo datati 1976-‘78.

Senza la preoccupazione di allargarci troppo, potremmo dire che Laurel Aitken sta allo Ska tradizionale come Judge Dread sta a quello dal ’79 in poi.

Sulla scia della nuova moda, negli anni ’80, Judge Dread ricomincia a registrare e suonare live sempre più spesso, oltre che ad aver trovato un posto stabile come articolista di un giornale di Snodland nel Kent.
E a scrivere in effetti Alex Hughes se l’è sempre cavata in maniera eccellente, basti leggere le note dietro ad alcune ristampe di LP di Prince Buster, fatte dalla Link/Skank Records tra l’89 e il ’90, note in cui il giudice narra aneddoti riguardo le movimentate nottate nei club nel periodo in cui Mods e Rockers si affrontavano armati di catene e coltelli sulle spiagge di Brighton.

Detto ciò, ma vi assicuriamo che ci sarebbe tant’altro da scrivere, ci viene quasi da sorridere al pensiero che un personaggio di tale statura sia morto in una maniera così cinematograficamente perfetta, come i veri miti della musica di ogni tempo: sul palco.

Ritaglio di giornale sulla morte del Giudice

Ritaglio di giornale sulla morte del Giudice

E tutto con una nota che dà al tragico avvenimento le connotazioni del vero e proprio mito, se è vero che prima di esalare l’ultimo respiro, a causa di un infarto durante il concerto, le sue ultime parole per il pubblico sono state: "Continuate ad ascoltare, fatelo per la band".
Era il 13 Marzo 1998

Up With The Cock per sempre, caro Judge Dread!


 

DISCOGRAFIA:


Bedtime Stories – Creole 1975

Last Of The Skinheads – Cactus 1976

The Best Worst Of Judge Dread – Creole 1978

Rub-A-Dub – Creole 1981

Dreadmania – Trojan 1981

40 Big Ones – Creole 1983

Not Guilty – Creole 1984

The Very Worst of Judge Dread – Creole 1991

Fonti: Intervista su The People Ska Annual (summer 1997)
The Guinness Who’s Who of Reggae. Ed. Colin Larkin
Rock On Line

Si ringrazia Stiv dello New Zabriskie Point per i ritagli di giornale sulla scomparsa del Giudice

A cura di Sergio Rallo




Per informazioni, richieste, commenti o suggerimenti: info@skabadip.it

Nessuna parte di questo sito web, inclusi testi, suoni o immagini, può essere diffusa o riprodotta in alcun modo,
o attraverso alcun mezzo, senza la preventiva espressa autorizzazione scritta di Skabadip.

Sito ottimizzato per una visione 1024 x 768 con Mozilla Firefox.
© 2006 Skabadip. Tutti i diritti riservati.